In questa guida parliamo di indicatori forex, spiegando cosa sono e segnalando alcuni dei più affidabili.
Il forex è una forma piuttosto diffusa di investimento, che consiste nel cercare di realizzare un guadagno dalla compravendita di valute. Come per qualsiasi altro investimento (azione, obbligazione, commodities, etc.), il fondamento sta nell’acquistare a basso prezzo e nel vendere quando questo è cresciuto. Ad esempio, compro dollari contro euro, quando il tasso di cambio è di 1,25 e vendo dollari per riacquistare euro, quando il rapporto è sceso a 1,23, ovvero quando il dollaro si è rafforzato contro l’euro.
Per realizzare il guadagno sperato, quindi, è essenziale indovinare la direzione del mercato. A tale scopo esistono diverse tecniche di investimento e diversi indicatori a sostegno.
L’oscillatore stocastico è un indicatore di momentum, che ha come limiti 0 e 100. E’ costituito da 2 linee. La prima misura la chiusura corrente in un range di prezzo definito dall’operatore e la seconda individua una media mobile a 3 giorni della prima linea, che ha una funziona di linea del segnale. Quando quest’ultima attraverso verso l’alto o verso il basso la seconda linea, bisogna attendersi un cambiamento nel trend di mercato.
In sostanza, l’oscillatore stocastico compara la chiusura più recente al range di prezzo massimo o minimo del range su un periodo di n giorni. Ad esempio, in uno stocastico a 5 giorni, si divide la differenza tra la chiusura di oggi e il valore minimo più basso degli ultimi 5 giorni per la differenza tra il valore massimo più alto e il minimo più basso degli ultimi 5 giorni. Il risultato dovrà essere moltiplicato per 100.
Il ragionamento che ne sta alla base è che in un trend rialzista, il cambio di una valuta tende a chiudere nella direzione del trend, ovvero verso il limite superiore di prezzo, mentre in un trend ribassista, il cambio di una valuta tende a chiudere in prossimità del limite più basso.
L’indicatore Average Directional Index (ADX) non serve, invece, per valutare se il trend di un rapporto di cambio tra due valute sia rialzista o ribassista, ma solo per determinare la forza del trend. Anche in questo caso, i valori vanno da 0 a 100, ma raramente si trovano al di sopra di 50. Quelli inferiori a 15 sono definiti trend deboli, per valori superiori a 40 si hanno, invece, trend molto forti, tali da comportare situazioni di eccessivo. Tra 10 e 15 si hanno trend cosiddetti “flat”, tra 16 e 30 si è in trading range e tra 30 e 40 si ha un mercato in trend.
L’indicatore ADX è derivato da due indicatori: il Posivitive Directional Indicator (+DI) e il Negative Directional Indicator (-DI). Il primo indica la forza del movimento al rialzo, il secondo indica la forza del movimento al ribasso. Il periodo è, in genere, a 14 barre. Si hanno segnali di vendita e di acquisto agli incroci tra i due indicatori, in particolare, quando +DI si porta sopra –DI e, al contrario, quando –DI si porta sotto +DI.
L’indicatore MACD connette la differenza tra due medie mobili esponenziali, di solito a 12 e 26 giorni, con una media mobile a 9 giorni di questa differenza, chiamata signal line.
Il ragionamento alla base di questo indicatore è che quanto più la media veloce si allontana da quella più lenta, maggiore sarà la tendenza in atto.
Questo indicatore viene utilizzato per ricavare segnali di medio e lungo termine, data l’origine, mentre nel breve termine può determinare falsi segnali.
L’indicatore TRIX determina la variazione percentuale del “tasso di variazione” a 1 periodo di una tripla media mobile esponenziale ponderata, basata sul prezzo di chiusura del tasso di cambio (nel caso del forex). In formula, si ha: TRIX = EMA3t – EMA 3t-1 / EMA 3 t-1, dove EMA è la media mobile, solitamente di un periodo di 14 o 15 valori, anche se l’orizzonte temporale può essere benissimo personalizzato dal trader.
In sintesi, il baricentro rappresenta la linea dello zero. Quando si passa da valori inferiori allo zero a valori ad esso superiori, si ha un segnale di acquisto. Al contrario, quando l’indicatore passa da valori superiori allo zero a valori addo inferiori, si ha un segnale di vendita.
Il TRIX viene generalmente utilizzato come indicatore in grado di segnalare in anticipo la possibile inversione di tendenza sul mercato.
Lo Stochastic Momentum Index (SMI) indica la distanza tra l’ultima chiusura di prezzo e il punto medio del range delle ultime n barre. I valori variano da -100 a +100. Quando il prezzo di chisura è maggiore del punto medio del range, si ha un SMI positivo. Viceversa, l’SMI è negativo.
In concreto, i trader potrebbero decidere di vendere, quando l’indicatore SMI taglia dall’alto verso il basso la linea del segnale, pur essendo esso nettamente ancora in territorio positivo, mentre potrebbero decidere di acquistare, quando l’indicatore SMI taglia dal basso verso l’alto la linea del segnale, pur essendo ancora l’indicatore nettamente in territorio negativo.
Quelli sopra riportati sono, tuttavia, solo alcuni degli indicatori utilizzati per investire nel forex, essendo disponibili numerosi altri.