Hedging Forex – In Cosa Consiste e Come Funziona

Il forex è una forma di investimento basata sulla compravendita di una o più coppie di valute. In sostanza si compra una valuta rispetto a un’altra, nella speranza che il corso della prima aumenti rispetto alla seconda. Ad esempio, acquisto un certo quantitativo di dollari contro euro, quando il tasso di cambio è di 1,25 e rivendo i dollari, quando si sono apprezzati contro la moneta unica, poniano, a 1,20.

Come qualsiasi tipo di investimento, però, anche il forex può determinare perdite, che si subiscono quando il movimento delle valute va in direzione opposta a quella sulla quale avevamo scommesso con la compravendita.

forex hedging

Per questo, esistono varie tecniche di protezione, che prendono il nome di hedging fore”. Queste strategie mirano non ad ampliare i profitti potenziali, ma ad assicurare questi ultimi, limitando le perdite possibili.

Una di queste tecniche consiste nell’aprire una posizione opposta a quella contestualmente accesa e sulla quale stiamo puntando. Ad esempio, se puntiamo a ricavare un profitto, scommettendo sul rialzo del dollaro, acquistiamo dollari contro euro, ma allo stesso tempo euro contro dollari, in modo da limitare le perdite, nel caso in cui il dollaro s’indebolisse contro l’euro, contrariamente alla scommessa.

Un’altra strategia potrebbe consistere nell’aprire una posizione, rispetto a un titolo o commodities, correlati negativamente con il corso della divisa che stiamo acquistando e del cui corso scommettiamo per un rialzo. Ad esempio, il petrolio e l’oro sono due beni denominati in dollari, con la conseguenza che quando il dollaro si rafforza, essi diventano più costosi per gli investitori fuori dagli USA e le loro quotazioni tendono a scendere. Pertanto, poniamo di puntare su un rialzo del dollaro contro l’euro. Per proteggerci, potremmo allo stesso tempo aprire una posizione sul greggio o sull’oro. Se il dollaro dovesse indebolirsi, anziché rafforzarsi, è presumibile (ma non certo) che le quotazioni del greggio e/o dell’oro saliranno, per cui avremmo contemperato le perdite subite dall’investimento nella coppia valutaria.

Anche le opzioni binarie possono intervenire quale strumento di protezione. Immaginiamo di avere investito un lotto nel cross valutario euro/dollaro. La nostra scommessa è che tale cross salga, ovvero che l’euro si rafforzi contro il dollaro. Ipotizziamo di avere immaginato un guadagno potenziale del 20%, mentre abbiamo preventivato una perdita massima del 5%. Questo significa che se il cross, anziché salire, diminuisse, cioè l’euro si indebolisse contro il dollaro, saremmo disposti ad accettare una perdita non superiore al 5% dell’investimento. Esercitando un’opzione binaria put, essa restituirà un profitto dal 70% all’85% in media, calcolato in anticipo rispetto a 5% del capitale investito.

In sostanza, l’investitore perderebbe fino al 5% del capitale, ma grazie all’opzione binaria recupererebbe immediatamente tale perdita.

Gli strumenti di protezione sono abbastanza importanti, specie quando si movimentano capitali elevati o con elevata leva. Con la leva, infatti, si moltiplicano le perdite potenziali fino a valori molto rilevanti, in relazione alla cifra investita effettivamente. Ad esempio, con una leva di 1 a 500, puntando 1.000 euro, di fatto si spostano 500.000 euro, per cui le perdite potenziali, così come i guadagni, sono rapportati a quest’ultima cifra, non alla prima.

Un’altra strategia è quella del cosiddetto Hedge and Hold, che si basa sulla “pazienza” del trader. Questi aprirà una posizione di acquisto e una di vendita contestualmente, senza che venga fissato alcuno “stop loss”, ovvero un limite alle perdite che si intendono accettare.

Durante la giornata, il mercato subisce oscillazioni in alto e in basso. Mentre alcune posizioni possono essere chiuse, altre restano aperte, per giorni o anche mesi. Da qui, la “pazienza” del trader. Il periodo di tempo maggiore consente al trader di evitare le possibili perdite alle quali andrebbe incontro, nel caso in cui chiudesse istantaneamente le posizioni. Qualora il mercato vada nella direzione opposta a quella su cui si scommetteva, si chiuderà lo stesso senza perdite. Al fine di minimizzare il rischio, bisogna assicurarsi che le operazioni sia così piccole da non sciupare il conto del trader con piccoli scostamenti in alto o in basso.

Si raccomand di operare con micro-lotti. Ad esempio, operare allo 0,01 per un lotto di 500 dollari potrebbe minimizzare il rischio di volatilità del mercato. Questa strategia è stata testata su un investimento di 400 dollari, rispetto al quale si mirava a raggiungere un obiettivo di rendimento mensile del 25% o 100 dollari. Il test è durato 4 mesi e i rendimenti sono stati rispettivamente del 30%, del 29%, del 23% e del 56%. Ovviamente, così come per un conto iniziale di 400 dollari, la strategia funziona anche con importi maggiori, offrendo rendimenti proporzionalmente più elevati. Essa si addice, in particolare, ai trader part-time, che non hanno il tempo di seguire le operazioni dalla mattina alla sera, avendo la possibilità di lasciarle aperte durante la giornata. Il rovescio della medaglia di questa strategia è che le posizioni restano aperte, anche quando si registrano perdite potenziali anche piuttosto ampie.

Forex Robot – Cosa Sono e Come Funzionano

Alla fine degli anni Novanta, anche in Italia hanno fatto la loro comparsa i forex robot, ossia dei programmi software, che cercano di fare guadagnare con la compravendita di valute. Ci si potrà chiedere come mai il fenomeno non abbia riguardato, almeno non nelle stesse proporzioni, il mercato delle azioni, delle obbligazioni, delle commodities, etc. La risposta è semplice: il forex non dorma mai. Il mercato valutario è aperto 24 ore su 24, interessando l’intero pianeta, quindi, paesi con fusi orari molto differenti tra di loro. Al contrario, il mercato azionario resta aperto solo 8 ore al giorno e quello delle materie prime 14 ore.

Di conseguenza, è impossibile per la stessa persona seguire costantemente il mercato forex, per cui il robot, che non si stanca, potrà farlo al posto nostro. Il fattore tempo non è l’unico aspetto positivo dei forex robots. Ad esempio, essi ci evitano lo stress, ossia cali di tensione umanamente più che probabili, che si hanno quando si passa un numero eccessivo di ore davanti a un computer e si rischia così di non compiere le azioni con il massimo della lucidità richiesta. Infine, il robot non è un essere umano, per cui non ha paura, emozioni e ogni altro sentimento, che possa distoglierci dall’obiettivo e indurci in errore.

forex robot

Quest’ultimo aspetto è molto importante, perché il forex è caratterizzato da una leva spesso elevatissima, che arriva anche a 1.000, quando nei casi di azioni e altri titoli è relativamente bassa. L’effetto-leva significa che puntando una piccola cifra, si potranno ottenere guadagni e perdite potenziali più elevati. Ad esempio, se investo 1.000 euro con effetto leva pari a 100, in realtà, sto spostando denaro per 100.000 euro. Facile, quindi, farsi prendere dal panico. Inoltre, una leva elevata è associata, in genere, a molte piccole operazioni nell’arco della giornata, per cui l’investitore forex dovrebbe effettuare azioni al ritmo di circa 5 minuti, entro i quali deve aprire e chiudere le posizioni. E’ evidente che servirebbe un super-uomo per questo o, appunto, un software.

Dunque, riassumendo, vediamo cosa fa un forex robot. Esso compra e vende valute, sulla base dei segnali inviati dal mercato. A prima vista, quindi, avremmo trovato un modo per fare tanti soldi in pochissimo tempo e, addirittura, per sempre. Ma come tutte le cose apparentemente troppo belle e troppo facili, la realtà è diversa.

In primis, i software sono programmi, che effettuano acquisti o vendite di valute “in rete”, ossia devono essere collegati 24 ore su 24 per operare. Ma la rete è di per sé soggetta a problemi tecnici, perché la connessione potrebbe sempre saltare, anche per pochi secondi e minuti, facendoci perdere parecchio denaro. Questi problemi, in verità, potrebbero essere evitati, affidandosi a un servizio di hosting, che gestica le operazioni da remoto. Tuttavia, il servizio sarebbe a pagamento e, in ogni caso, esso non sarebbe ugualmente infallibile, in quanto potrebbe essere oggetto di hacker e di altri guasti.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che il sofware compie operazioni sulla base dell’invio dei segnali inviati e delle impostazioni fornite. A tale riguardo, però, si possono compiere due osservazioni. Anzitutto, nelle fasi di incertezza, può accadere che il mercato invii diversi falsi segnali. Ma un operatore, specie se avveduto, dopo un paio di segnali falsi comprende che sarebbe opportuno ritirarsi momentaneamente e che bisogna astenersi dal compiere qualsivoglia operazione, fintanto che il mercato non si sarà schiarito. Un software, al contrario, continuerebbe ad operare come se i segnali funzionassero, perché ovviamente si limita ad eseguire gli ordini impartiti con le impostazioni fornitegli. Ciò potrebbe, però, portare il trader ad addossarsi rischi inutili e che si dovrebbero evitare.

Altro problema: le impostazioni fornite al software potrebbero essere errate, anche solo parzialmente. Spesso capita che il trader verifichi la loro bontà, valutandone il funzionamento all’apertura e alla chiusura delle posizioni, quando, invece, il malfunzionamento potrebbe riguardare l’interpretazione dei segnali. Da qui, la probabilità sempre insita in un programma eseguito da un robot che esso compia operazioni sbagliate, perché in un qualche modo abbiamo impostato il programma con qualche errore.

Per concludere, ci chiediamo: ma i forex robot servono o no? La risposta è che certamente servono e, anzi, per quanto sopra spiegato si rivelano spesso un aiuto importantissimo, specie per la disponibilità full-time che essi consentono di avere sul mercato degli investimenti forex. Come ogni invenzione, però, va governata con criterio. Un trader esperto, ad esempio, dovrebbe utilizzare il software per smaltire la fatica e l’intensità richiesta dalle operazioni, ma dovrebbe sempre sorvegliarlo, al fine di intervenire prontamente alla prima avvisaglia di mancato funzionamento.

In definitiva, bisognerebbe individuare il software più corretto possibile, capire come funziona e quali criticità presenta e il modo di uscire in tempo da tali criticità per evitarle. Infine, bisogna dotarsi di una strategia di intervento per uscire dalle criticità, qualora non si è in grado di evitarle.

Correlazioni Forex – Strategie per Sfruttarle

Le correlazioni sono un importante elemento alla base del trading nel forex, ossia sul mercato delle valute. Partiamo da semplici spiegazioni. Una valuta può essere scambiata con altre valute. Sono due i tipi di cambio: quello cosiddetto “certo per incerto” e quello “incerto per certo”. Nel primo caso, la moneta nazionale è fissa e a variare è la valuta straniera. Ad esempio, nel cambio euro-dollaro, quotidianamente leggiamo le variazioni subite dal dollaro USA verso l’euro, che resta fisso a un’unità. In sostanza, il tasso di cambio ci dice quanti dollari USA possiamo acquistare con 1 euro. Se il cambio diminuisce, significa che l’euro si sta indebolendo (compra meno dollari). Se il cambio aumenta, l’euro si sta rafforzando (compra più dollari).

Nelle operazioni forex, si compra sempre la valuta che sta al numeratore, detta anche base o trattata. Attenzione, però, perché non tutti i rapporti di cambio una valuta sta sempre al numeratore o al denominatore. Ad esempio, il dollaro USA sta al denominatore con l’euro, ma al numeratore con lo yen giapponese e il franco svizzero.

correlazioni forex

Le sette maggiori coppie valutarie si chiamano in gergo “majors”, rappresentando i cambi tra le sette valute più importanti del pianeta: trattasi di euro/dollaro USA, di dollaro austrialiano/dollaro USA, di sterlina inglese /dollaro USA, di Nuova Zelanda Dollaro/dollaro USA, di dollaro USA/franco svizzero, di dollaro USA/dollaro canadese e di dollaro USA/yen giapponese.

Quando parliamo di correlazioni, ci riferiamo al fatto che tra le coppie valutarie esiste un alto grado di correlazione, diretta o indiretta. Vediamo un esempio: se l’euro si apprezza contro il dollaro, per cui il cambio euro/dollaro sale, è probabile che tenda a salire anche il cambio sterlina inglese/dollaro USA o dollaro australiano/dollaro USA. In genere, la percentuale di correlazione tra due coppie di valute è tanto più alta, quanto più sono stretti i legami economici, politici e geografici tra i paesi coinvolti. Nell’esempio appena citato, se l’euro si rafforza contro il dollaro, è probabile che si apprezzi anche la sterlina contro il biglietto verde, essendo l’Eurozona e il Regno Unito integrate economicamente e politicamente, tanto da fare anche parte dell’Unione Europea.

In questi casi, si ha una correlazione diretta, nel senso che sale un cambio e sale anche l’altro. Ma la correlazione sarebbe indiretta tra le coppie euro/dollaro e dollaro/yen, perché se il dollaro s’indebolisce contro l’euro, è probabile che lo faccia anche contro lo yen, ma stando al denominatore nel primo caso e al numeratore nel secondo caso, si ha che il rapporto sale per la prima coppia di valute e scende nella seconda coppia.

Altro aspetto non meno importante da chiarire è che i tassi di cambio non si hanno direttamente tra tutte le valute. Ad esempio, non si può determinare direttamente il cambio tra euro e dollaro australiano, ma esso si ricava per differenza tra due “major”, ossia tra due coppie valutarie: euro-dollaro e dollaro australiano-dollaro USA. Se l’euro si apprezza di 50 pips contro il dollaro USA e il dollaro australiano si apprezza di 60 pips contro il dollaro USA, il tasso di cambio tra euro e dollaro australiano sarà di un calo di 10 pips, nel senso che l’euro si è indebolito contro il dollaro australiano per la differenza esistente tra la variazione del cambio subito con il dollaro USA e quella subita dal dollaro australiano con il dollaro USA. In questo caso, l’euro si è rafforzato contro il dollaro USA meno di quanto abbia fatto il dollaro australiano, per cui nel confronto con quest’ultima valuta risulta deprezzato.

Dall’esempio appena proposto si comprende non solo come tra le coppie valutarie vi sia una forte correlazione, ma anche che il dollaro USA funge da base di riferimento per determinare i rapporti di cambio tra diverse valute al mondo e senza di esso non ci sarebbe alcun tasso tra queste.

Ma le correlazioni nel forex si hanno non solo tra coppie valutarie, bensì pure tra valute e tassi di interessi. Un rialzo dei tassi in un paese tende a farne apprezzare il cambio, perché gli investitori comprano quella valuta per ricevere maggiori interessi. Viceversa, se i tassi vengono abbassati, il cambio tende a deprezzarsi.

Un’altra correlazione è tra l’avversione al rischio degli investitori di tutto il mondo e il dollaro USA. Il biglietto verde viene considerato, infatti, un bene-rifugio, per cui quando cresce nel mondo l’avversione al rischio, a seguito di tensioni geopolitiche o crisi economiche o finanziarie, gli investitori si rifugiano nel dollaro e comprano asset americani, come obbligazioni (tra cui i Treasuries) e azioni.

Altra correlazione, infine, può riscontrarsi tra i prezzi delle commodities e il dollaro USA. Beni, quali petrolio, oro, argento, cereali, etc., sono quotati in dollari americani, per cui, quando questi ultimi si rafforzano sul mercato valutario, le quotazioni di questi beni tendono a diminuire, dato che per acquistarli bisogna spendere ora di più.

Nel caso dell’oro, poi, ci sarebbe anche un’altra spiegazione. Essendo il metallo un bene-rifugio per eccellenza, quando si avvertono nel mondo schiarite e l’avversione al rischio sale, ciò comporta che gli investitori possono tornare a comprare altri assets, come bond e azioni, tra cui degli USA, vendendo oro. Ciò rafforza il dollaro USA e indebolisce le quotazioni del metallo.

Indicatori Forex Affidabili – Quali Sono

In questa guida parliamo di indicatori forex, spiegando cosa sono e segnalando alcuni dei più affidabili.

Il forex è una forma piuttosto diffusa di investimento, che consiste nel cercare di realizzare un guadagno dalla compravendita di valute. Come per qualsiasi altro investimento (azione, obbligazione, commodities, etc.), il fondamento sta nell’acquistare a basso prezzo e nel vendere quando questo è cresciuto. Ad esempio, compro dollari contro euro, quando il tasso di cambio è di 1,25 e vendo dollari per riacquistare euro, quando il rapporto è sceso a 1,23, ovvero quando il dollaro si è rafforzato contro l’euro.

indicatori forex

Per realizzare il guadagno sperato, quindi, è essenziale indovinare la direzione del mercato. A tale scopo esistono diverse tecniche di investimento e diversi indicatori a sostegno.

L’oscillatore stocastico è un indicatore di momentum, che ha come limiti 0 e 100. E’ costituito da 2 linee. La prima misura la chiusura corrente in un range di prezzo definito dall’operatore e la seconda individua una media mobile a 3 giorni della prima linea, che ha una funziona di linea del segnale. Quando quest’ultima attraverso verso l’alto o verso il basso la seconda linea, bisogna attendersi un cambiamento nel trend di mercato.

In sostanza, l’oscillatore stocastico compara la chiusura più recente al range di prezzo massimo o minimo del range su un periodo di n giorni. Ad esempio, in uno stocastico a 5 giorni, si divide la differenza tra la chiusura di oggi e il valore minimo più basso degli ultimi 5 giorni per la differenza tra il valore massimo più alto e il minimo più basso degli ultimi 5 giorni. Il risultato dovrà essere moltiplicato per 100.

Il ragionamento che ne sta alla base è che in un trend rialzista, il cambio di una valuta tende a chiudere nella direzione del trend, ovvero verso il limite superiore di prezzo, mentre in un trend ribassista, il cambio di una valuta tende a chiudere in prossimità del limite più basso.

L’indicatore Average Directional Index (ADX) non serve, invece, per valutare se il trend di un rapporto di cambio tra due valute sia rialzista o ribassista, ma solo per determinare la forza del trend. Anche in questo caso, i valori vanno da 0 a 100, ma raramente si trovano al di sopra di 50. Quelli inferiori a 15 sono definiti trend deboli, per valori superiori a 40 si hanno, invece, trend molto forti, tali da comportare situazioni di eccessivo. Tra 10 e 15 si hanno trend cosiddetti “flat”, tra 16 e 30 si è in trading range e tra 30 e 40 si ha un mercato in trend.

L’indicatore ADX è derivato da due indicatori: il Posivitive Directional Indicator (+DI) e il Negative Directional Indicator (-DI). Il primo indica la forza del movimento al rialzo, il secondo indica la forza del movimento al ribasso. Il periodo è, in genere, a 14 barre. Si hanno segnali di vendita e di acquisto agli incroci tra i due indicatori, in particolare, quando +DI si porta sopra –DI e, al contrario, quando –DI si porta sotto +DI.

L’indicatore MACD connette la differenza tra due medie mobili esponenziali, di solito a 12 e 26 giorni, con una media mobile a 9 giorni di questa differenza, chiamata signal line.

Il ragionamento alla base di questo indicatore è che quanto più la media veloce si allontana da quella più lenta, maggiore sarà la tendenza in atto.

Questo indicatore viene utilizzato per ricavare segnali di medio e lungo termine, data l’origine, mentre nel breve termine può determinare falsi segnali.

L’indicatore TRIX determina la variazione percentuale del “tasso di variazione” a 1 periodo di una tripla media mobile esponenziale ponderata, basata sul prezzo di chiusura del tasso di cambio (nel caso del forex). In formula, si ha: TRIX = EMA3t – EMA 3t-1 / EMA 3 t-1, dove EMA è la media mobile, solitamente di un periodo di 14 o 15 valori, anche se l’orizzonte temporale può essere benissimo personalizzato dal trader.

In sintesi, il baricentro rappresenta la linea dello zero. Quando si passa da valori inferiori allo zero a valori ad esso superiori, si ha un segnale di acquisto. Al contrario, quando l’indicatore passa da valori superiori allo zero a valori addo inferiori, si ha un segnale di vendita.

Il TRIX viene generalmente utilizzato come indicatore in grado di segnalare in anticipo la possibile inversione di tendenza sul mercato.

Lo Stochastic Momentum Index (SMI) indica la distanza tra l’ultima chiusura di prezzo e il punto medio del range delle ultime n barre. I valori variano da -100 a +100. Quando il prezzo di chisura è maggiore del punto medio del range, si ha un SMI positivo. Viceversa, l’SMI è negativo.

In concreto, i trader potrebbero decidere di vendere, quando l’indicatore SMI taglia dall’alto verso il basso la linea del segnale, pur essendo esso nettamente ancora in territorio positivo, mentre potrebbero decidere di acquistare, quando l’indicatore SMI taglia dal basso verso l’alto la linea del segnale, pur essendo ancora l’indicatore nettamente in territorio negativo.

Quelli sopra riportati sono, tuttavia, solo alcuni degli indicatori utilizzati per investire nel forex, essendo disponibili numerosi altri.

Scalping Forex – In Cosa Consiste e Informazioni su Tecniche e Strategie

Il forex è diventato un investimento abbastanza diffuso anche tra i risparmiatori italiani e consiste nel cercare di realizzare un profitto dalla compravendita di valute sul mercato, giocando sulle fluttuazioni dei tassi di cambio.

Il forex scalping si pone come una modalità avanzata di investimento in un cross valutario, ma non è così utilizzata da tutti i trader, né è consigliabile ai poco esperti del settore, in quanto non solo necessita di conoscenze molto approfondite in tema di valute e, nello specifico, dell’investimento effettuato, ma presuppone anche l’operatività su un arco temporale molto breve (pochi secondi, al massimo qualche minuto), nonché sangue freddo, scarsa emotività e un luogo abbastanza tranquillo, dove potere operare senza essere disturbati.

Il principio alla base dello scalping forex è quello di minimizzare il rischio, aumentando il numero dei guadagni possibili, anziché cercare di fare profitti con un grosso unico guadagno. Due sono gli elementi che consentono all’investitore di ottenere un buon rendimento: una somma investita cospicua e un effetto leva alto. Tuttavia, se non si è esperti o se si è alle prime armi, è consigliabile puntare cifre non molto elevate e accontentarsi di un effetto leva più basso, anche al costo di rinunciare a potenziali guadagni più allettanti.

Operativamente, si tratta di scommettere su un trend favorevole su un cross valutario, ma di monetizzare i guadagni dopo pochissimi istanti dall’atto dell’investimento, nella maggior parte dei casi, meno di un minuto, anche qualora i corsi continuano a fluttuare nella direzione su cui abbiamo speculato. In sostanza, il sangue freddo consiste proprio nell’evitare di farsi prendere la mano e di cercare di ottenere un rendimento maggiore, aspettando secondi o minuti in più, prima di disinvestire, osservando che i corsi appaiono a noi favorevoli.

Esempio, compriamo dollari contro euro, sperando così che il loro corso salga, per rivenderli sul mercato e ottenere così un quantitativo maggiore di euro. Poniamo di avere comprato dollari al tasso di cambio di 1,25 e di osservare dopo 5 secondi che il cambio si è portato a 1,2488, ossia che il dollaro si è rafforzato verso l’euro. Nonostante la divisa americana mostri di rafforzarsi ancora contro la moneta unica, il trader deve rivendere i dollari e riacquistare euro, anche se i guadagni appaiono abbastanza contenuti, nel nostro esempio, pari allo 0,096%.

Proprio perché i rendimenti sono molto bassi, è essenziale disporre di grosse cifre da investire e di effettuare numerosi investimenti separati tra di loro, in modo da moltiplicare i guadagni complessivi. Tornando all’esempio di cui sopra, se avessimo acquistato 10.000 dollari contro euro, al lordo delle commissioni avremmo guadagnato appena 7 euro. Se l’investimento fosse 10 volte tanto, il guadagno lordo salirebbe, però, a 70 euro. E tutto ciò in pochi secondi.

Affinché questa tecnica abbia successo non è solo necessario affidarsi a un broker molto bravo e dalla nota esperienza sul campo (non tutti accettano, però, di “giocare” con lo scalping); è altresì importante puntare su divise molto volatili, ma di cui si conosce la direzione nel brevissimo termine. Questo, perché maggiore è la fluttuazione del cambio tra due valute in un arco di tempo molto breve (qualche secondo), maggiore è il profitto potenziale ottenibile dall’investimento.

Prima di decidere se il broker sia quello adatto, dobbiamo avere conoscenza del fatto che egli poggi le sue strategie su una base di analisi molto solida e che abbia allo stesso tempo un piano di uscita, che si rivela particolarmente utile per il trading online. Esso consente, cioè, di limitare le perdite, evitando che l’avidità intacchi tutti i piccoli guadagni già eventualmente realizzati.

Inoltre, chi opera con questa tecnica deve evitare di cambiare strategia in corso d’opera, perché ciò potrebbe tradursi in una perdita anche immediata e repentina. Il fattore tempo è essenziale, per cui chi non fosse capace di operare nell’arco di qualche secondo, per l’impossibilità di farlo o per un limite di tipo caratteriale, non dovrebbe nemmeno provare a fare scalping.

Sono poche le piattaforme di trading considerate affidabili dagli operatori. Tra questi, sono segnalati 24option e Topoption per la loro stabilità, in quanto consentono di concludere un acquisto di opzioni ogni 2 secondi. Ciò significa che si possono inviare anche 15-20 ordini di acquisto al minuto.

I segnali per assumere le decisioni di acquisto arrivano dai grafici, in particolare, dall’analisi della media mobile e dall’indicatore delle Bande di Bollinger.

Quanto alle tecniche di ingresso, molto brevemente possiamo affermare che sono due. Una sfrutta il principio dello scalping in controtendenza, ossia cerchiamo di ottenere un guadagno, muovendoci nella direzione opposta al trend del mercato. Per  esempio, se siamo prossimi a un rimbalzo in prossimità della linea di supporto, entriamo sul mercato con una posizione “call” . Al contrario, se il rimbalzo si ha in prossimità di una linea di resistenza, compriamo con un’opzione “put”, sembre a brevissima scadenza.

Al contrario, lo scalding che segue la tendenza cerca di sfruttare il trend rialzista o ribassista di un cross valutario, analizzando, ad esempio, la media mobile, dividendola in 12-15 periodi e attendendo che i prezzi si avvicino a una delle due linee segnate dalla media mobile.