Le correlazioni sono un importante elemento alla base del trading nel forex, ossia sul mercato delle valute. Partiamo da semplici spiegazioni. Una valuta può essere scambiata con altre valute. Sono due i tipi di cambio: quello cosiddetto “certo per incerto” e quello “incerto per certo”. Nel primo caso, la moneta nazionale è fissa e a variare è la valuta straniera. Ad esempio, nel cambio euro-dollaro, quotidianamente leggiamo le variazioni subite dal dollaro USA verso l’euro, che resta fisso a un’unità. In sostanza, il tasso di cambio ci dice quanti dollari USA possiamo acquistare con 1 euro. Se il cambio diminuisce, significa che l’euro si sta indebolendo (compra meno dollari). Se il cambio aumenta, l’euro si sta rafforzando (compra più dollari).
Nelle operazioni forex, si compra sempre la valuta che sta al numeratore, detta anche base o trattata. Attenzione, però, perché non tutti i rapporti di cambio una valuta sta sempre al numeratore o al denominatore. Ad esempio, il dollaro USA sta al denominatore con l’euro, ma al numeratore con lo yen giapponese e il franco svizzero.
Le sette maggiori coppie valutarie si chiamano in gergo “majors”, rappresentando i cambi tra le sette valute più importanti del pianeta: trattasi di euro/dollaro USA, di dollaro austrialiano/dollaro USA, di sterlina inglese /dollaro USA, di Nuova Zelanda Dollaro/dollaro USA, di dollaro USA/franco svizzero, di dollaro USA/dollaro canadese e di dollaro USA/yen giapponese.
Quando parliamo di correlazioni, ci riferiamo al fatto che tra le coppie valutarie esiste un alto grado di correlazione, diretta o indiretta. Vediamo un esempio: se l’euro si apprezza contro il dollaro, per cui il cambio euro/dollaro sale, è probabile che tenda a salire anche il cambio sterlina inglese/dollaro USA o dollaro australiano/dollaro USA. In genere, la percentuale di correlazione tra due coppie di valute è tanto più alta, quanto più sono stretti i legami economici, politici e geografici tra i paesi coinvolti. Nell’esempio appena citato, se l’euro si rafforza contro il dollaro, è probabile che si apprezzi anche la sterlina contro il biglietto verde, essendo l’Eurozona e il Regno Unito integrate economicamente e politicamente, tanto da fare anche parte dell’Unione Europea.
In questi casi, si ha una correlazione diretta, nel senso che sale un cambio e sale anche l’altro. Ma la correlazione sarebbe indiretta tra le coppie euro/dollaro e dollaro/yen, perché se il dollaro s’indebolisce contro l’euro, è probabile che lo faccia anche contro lo yen, ma stando al denominatore nel primo caso e al numeratore nel secondo caso, si ha che il rapporto sale per la prima coppia di valute e scende nella seconda coppia.
Altro aspetto non meno importante da chiarire è che i tassi di cambio non si hanno direttamente tra tutte le valute. Ad esempio, non si può determinare direttamente il cambio tra euro e dollaro australiano, ma esso si ricava per differenza tra due “major”, ossia tra due coppie valutarie: euro-dollaro e dollaro australiano-dollaro USA. Se l’euro si apprezza di 50 pips contro il dollaro USA e il dollaro australiano si apprezza di 60 pips contro il dollaro USA, il tasso di cambio tra euro e dollaro australiano sarà di un calo di 10 pips, nel senso che l’euro si è indebolito contro il dollaro australiano per la differenza esistente tra la variazione del cambio subito con il dollaro USA e quella subita dal dollaro australiano con il dollaro USA. In questo caso, l’euro si è rafforzato contro il dollaro USA meno di quanto abbia fatto il dollaro australiano, per cui nel confronto con quest’ultima valuta risulta deprezzato.
Dall’esempio appena proposto si comprende non solo come tra le coppie valutarie vi sia una forte correlazione, ma anche che il dollaro USA funge da base di riferimento per determinare i rapporti di cambio tra diverse valute al mondo e senza di esso non ci sarebbe alcun tasso tra queste.
Ma le correlazioni nel forex si hanno non solo tra coppie valutarie, bensì pure tra valute e tassi di interessi. Un rialzo dei tassi in un paese tende a farne apprezzare il cambio, perché gli investitori comprano quella valuta per ricevere maggiori interessi. Viceversa, se i tassi vengono abbassati, il cambio tende a deprezzarsi.
Un’altra correlazione è tra l’avversione al rischio degli investitori di tutto il mondo e il dollaro USA. Il biglietto verde viene considerato, infatti, un bene-rifugio, per cui quando cresce nel mondo l’avversione al rischio, a seguito di tensioni geopolitiche o crisi economiche o finanziarie, gli investitori si rifugiano nel dollaro e comprano asset americani, come obbligazioni (tra cui i Treasuries) e azioni.
Altra correlazione, infine, può riscontrarsi tra i prezzi delle commodities e il dollaro USA. Beni, quali petrolio, oro, argento, cereali, etc., sono quotati in dollari americani, per cui, quando questi ultimi si rafforzano sul mercato valutario, le quotazioni di questi beni tendono a diminuire, dato che per acquistarli bisogna spendere ora di più.
Nel caso dell’oro, poi, ci sarebbe anche un’altra spiegazione. Essendo il metallo un bene-rifugio per eccellenza, quando si avvertono nel mondo schiarite e l’avversione al rischio sale, ciò comporta che gli investitori possono tornare a comprare altri assets, come bond e azioni, tra cui degli USA, vendendo oro. Ciò rafforza il dollaro USA e indebolisce le quotazioni del metallo.