Alla fine degli anni Novanta, anche in Italia hanno fatto la loro comparsa i forex robot, ossia dei programmi software, che cercano di fare guadagnare con la compravendita di valute. Ci si potrà chiedere come mai il fenomeno non abbia riguardato, almeno non nelle stesse proporzioni, il mercato delle azioni, delle obbligazioni, delle commodities, etc. La risposta è semplice: il forex non dorma mai. Il mercato valutario è aperto 24 ore su 24, interessando l’intero pianeta, quindi, paesi con fusi orari molto differenti tra di loro. Al contrario, il mercato azionario resta aperto solo 8 ore al giorno e quello delle materie prime 14 ore.
Di conseguenza, è impossibile per la stessa persona seguire costantemente il mercato forex, per cui il robot, che non si stanca, potrà farlo al posto nostro. Il fattore tempo non è l’unico aspetto positivo dei forex robots. Ad esempio, essi ci evitano lo stress, ossia cali di tensione umanamente più che probabili, che si hanno quando si passa un numero eccessivo di ore davanti a un computer e si rischia così di non compiere le azioni con il massimo della lucidità richiesta. Infine, il robot non è un essere umano, per cui non ha paura, emozioni e ogni altro sentimento, che possa distoglierci dall’obiettivo e indurci in errore.
Quest’ultimo aspetto è molto importante, perché il forex è caratterizzato da una leva spesso elevatissima, che arriva anche a 1.000, quando nei casi di azioni e altri titoli è relativamente bassa. L’effetto-leva significa che puntando una piccola cifra, si potranno ottenere guadagni e perdite potenziali più elevati. Ad esempio, se investo 1.000 euro con effetto leva pari a 100, in realtà, sto spostando denaro per 100.000 euro. Facile, quindi, farsi prendere dal panico. Inoltre, una leva elevata è associata, in genere, a molte piccole operazioni nell’arco della giornata, per cui l’investitore forex dovrebbe effettuare azioni al ritmo di circa 5 minuti, entro i quali deve aprire e chiudere le posizioni. E’ evidente che servirebbe un super-uomo per questo o, appunto, un software.
Dunque, riassumendo, vediamo cosa fa un forex robot. Esso compra e vende valute, sulla base dei segnali inviati dal mercato. A prima vista, quindi, avremmo trovato un modo per fare tanti soldi in pochissimo tempo e, addirittura, per sempre. Ma come tutte le cose apparentemente troppo belle e troppo facili, la realtà è diversa.
In primis, i software sono programmi, che effettuano acquisti o vendite di valute “in rete”, ossia devono essere collegati 24 ore su 24 per operare. Ma la rete è di per sé soggetta a problemi tecnici, perché la connessione potrebbe sempre saltare, anche per pochi secondi e minuti, facendoci perdere parecchio denaro. Questi problemi, in verità, potrebbero essere evitati, affidandosi a un servizio di hosting, che gestica le operazioni da remoto. Tuttavia, il servizio sarebbe a pagamento e, in ogni caso, esso non sarebbe ugualmente infallibile, in quanto potrebbe essere oggetto di hacker e di altri guasti.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che il sofware compie operazioni sulla base dell’invio dei segnali inviati e delle impostazioni fornite. A tale riguardo, però, si possono compiere due osservazioni. Anzitutto, nelle fasi di incertezza, può accadere che il mercato invii diversi falsi segnali. Ma un operatore, specie se avveduto, dopo un paio di segnali falsi comprende che sarebbe opportuno ritirarsi momentaneamente e che bisogna astenersi dal compiere qualsivoglia operazione, fintanto che il mercato non si sarà schiarito. Un software, al contrario, continuerebbe ad operare come se i segnali funzionassero, perché ovviamente si limita ad eseguire gli ordini impartiti con le impostazioni fornitegli. Ciò potrebbe, però, portare il trader ad addossarsi rischi inutili e che si dovrebbero evitare.
Altro problema: le impostazioni fornite al software potrebbero essere errate, anche solo parzialmente. Spesso capita che il trader verifichi la loro bontà, valutandone il funzionamento all’apertura e alla chiusura delle posizioni, quando, invece, il malfunzionamento potrebbe riguardare l’interpretazione dei segnali. Da qui, la probabilità sempre insita in un programma eseguito da un robot che esso compia operazioni sbagliate, perché in un qualche modo abbiamo impostato il programma con qualche errore.
Per concludere, ci chiediamo: ma i forex robot servono o no? La risposta è che certamente servono e, anzi, per quanto sopra spiegato si rivelano spesso un aiuto importantissimo, specie per la disponibilità full-time che essi consentono di avere sul mercato degli investimenti forex. Come ogni invenzione, però, va governata con criterio. Un trader esperto, ad esempio, dovrebbe utilizzare il software per smaltire la fatica e l’intensità richiesta dalle operazioni, ma dovrebbe sempre sorvegliarlo, al fine di intervenire prontamente alla prima avvisaglia di mancato funzionamento.
In definitiva, bisognerebbe individuare il software più corretto possibile, capire come funziona e quali criticità presenta e il modo di uscire in tempo da tali criticità per evitarle. Infine, bisogna dotarsi di una strategia di intervento per uscire dalle criticità, qualora non si è in grado di evitarle.