Il forex è un investimento in una coppia di valuta, che si traduce in un guadagno, se abbiamo acquistato una valuta straniera che si apprezzerà successivamente contro l’altra. Le fluttuazioni ci consentono, quindi, di ottenere un margine di guadagno. Per esempio: investiamo 1000 euro per acquistare dollari USA, quando il cambio euro-dollaro è di 1,25, ottenendo così 1.250 dollari. Se il dollaro sale, poniamo, a un cambio di 1,22, dopo un lasso di tempo X (pochi secondi, qualche seduta, etc.), chiudiamo la nostra posizione, vendiamo i dollari e riacquistiamo gli euro, ottenendo stavolta 1.024,59 euro (1.250 : 1,22), ossia un guadagno di 24,59 euro sui 1.000 investiti, pari al 2,5%. Se in termini percentuali potrebbe sembrare un realizzo accettabile, in valore assoluto potrebbe non esserlo, anche se si tratta, in genere, di un investimento a brevissimo termine.
Le fluttuazioni su cui speculiamo, poi, possono essere molto piccole, limitando enormemente i nostri guadagni potenziali. Per questo, i broker offrono ai clienti la possibilità di investire con l’effetto leva. Esso consiste nel depositare solo una frazione della somma che sarà effettivamente mobilitata nell’investimento. Tale percentuale si chiama margine o deposito di garanzia. In sostanza, esso serve al broker per coprire le eventuali perdite.
Le leve possono essere del tipo 100:1 o 200:1, ma possono arrivare anche a 1.000:1. Prendiamo una leva di 200:1. Ciò implica che se ci viene richiesto di puntare materialmente 100 euro, in realtà ci stiamo esponendo per 20.000 euro (100 x 200). Il resto del capitale, infatti, lo sta mettendo il provider.
Ovviamente, la leva si traduce in una convenienza per l’intermediario, che ha la possibilità di moltiplicare i suoi guadagni. Se la sua commissione è di 5 centesimi per pip, con una leva di 200 sale a 10 euro al pip.
Tuttavia, come tutte le cose apparentemente molto belle, c’è il rovescio della medaglia. Se i guadagni potenziali con la leva si moltiplicano, altrettanto vale per le perdite. In sostanza, più è alta la leva, maggiore sarà la perdita che potremmo accusare, nel caso in cui i tassi di cambio si muovessero nella direzione opposta a quella da noi desiderata. Non stiamo rischiando i 100 euro di cui sopra, ma ci stiamo esponendo, infatti, fino a 20.000 euro.
Per fortuna, esistono alcuni accorgimenti. Anzitutto, un broker chiede sempre al cliente se intende operare con la leva e per i piccoli investitori proporrà certamente un fattore relativamente basso, pari a 50 o 100, ma non certo di 1.000, evitando così un azzardo troppo grande per il comune risparmiatore. Quest’ultimo, poi, è informato sui rischi e, infine, si può tutelare da essi, fissando una percentuale massima di perdita disposto a subire.
Ipotizziamo di avere puntato 10.000 euro. Potremmo segnalare al nostro broker la disponibilità a correre rischi fino a perdere non oltre il 5%, ossia 500 euro in tutto. Ciò significa che non appena si verificheranno perdite pari a 500 euro, il broker chiuderà la posizione. A volte, però, il comando di chiusura viene impostato un po’ al di sotto della cifra segnalata dall’investitore, per evitare che il cliente debba rinunciare ai guadagni potenziali, a copertura totale o parziale delle perdite, che si hanno con la risalita del corso valutario.
Facciamo un esempio: se il dollaro acquistato a 1,25 contro l’euro scivola del 5%, la percentuale massima di perdita accettata dal cliente sui 10.000 euro investiti, il broker potrebbe impostare il comando di chiusura per una percentuale di perdita un po’ più elevata, se ritiene dalle analisi effettuate, che il corso del dollaro tende a salire anche di poco, dopo avere perso una certa percentuale. Se non lo facesse, chiudendo la posizione esattamente quando la perdita virtuale è di 500 euro, il cliente potrebbe subire il mancato guadagno dalla risalita del dollaro contro l’euro.
Grazie al sistema della leva, il forex è un mercato molto liquido, perché con capitali relativamente contenuti effettivamente sborsati si possono mobilitare flussi ben più elevati. La leva nel forex è mediamente molto alta, di circa 400 a 1.
Di solito, la utilizzano gli investitori per non vincolare eccessiva liquidità a una sola posizione, potendola così ripartire tra diversi investimenti. Le stesse aziende la utilizzano come strategia aziendale per migliorare la loro situazione finanziaria, arrivando anche a indebitarsi per operare nel forex o in altri settori con la leva, sperando di ottenere guadagni superiore al costo degli interessi da pagare sul debito stesso.
Per il piccolo risparmiatore, la leva si traduce in una grande opportunità di investimento e spesso nell’unica possibilità di entrare sul mercato, sperando in guadagni accettabili, visti i bassi capitali di cui generalmente egli dispone.
Di certo, i rischi possono essere minimizzati con gli accorgimenti a cui abbiamo accennato sopra, ma bisogna anche restare con i piedi a terra e comprendere che la leva accentua in positivo e in negativo le fluttuazioni del cambio.